Spesso mi viene chiesto un parere riguardo al latte di mucca.
Nella pratica clinica ho osservato che solo una piccola parte dei bambini ha necessità di interrompere l’assunzione del latte vaccino e/o formaggi; il motivo principale è la persistenza di sintomi catarrali delle vie respiratorie. In questo ristretto gruppo di bambini in effetti si osserva che la sospensione, temporanea o a lungo termine, del latte vaccino è un fattore fondamentale per poter rimanere libero dalle recidive catarrali.
In altre situazioni mi sono accorto che, pur non essendo presente un’evidente allergia al latte, la sospensione del latte vaccino dà un beneficio evidente in presenza di eruzioni cutanee del bambino.
Queste due situazioni cliniche sono quelle che più frequentemente si presentano all’osservazione. In prima istanza sempre si prova a instaurare una terapia omeopatica, in base alla similitudine del quadro clinico nel suo insieme ma, se dopo alcuni mesi non si riesce ad osservare un miglioramento significativo della situazione, ci si interroga quali sia eventuali fattori che bloccano la reazione dell’organismo alla terapia.
Tra i vari fattori potenziali di blocco consideriamo appunto anche quelli alimentari.
Torniamo alla questione specifica riguardante il latte vaccino. In qualche caso mi sono accorto che è stato addirittura sufficiente cambiare la marca del latte. Questo è un fatto strano. Studiando in modo più approfondito la questione sono arrivato alla conclusione che un fattore importante è probabilmente la presenza di pur piccole quantità di antibiotici e/o ormoni somministrati per la cura della mucca.
Il latte e i suoi derivati dovrebbero essere una fonte naturale di lattobacilli, ma la presenza di antibiotici ne diminuisce in modo sensibile il numero, lasciando spazio alla crescita di muffe e lieviti sia nei formaggi sia nell’intestino umano. Bassi livelli di antibiotici in questi alimenti modificano anche direttamente l’assetto microbico dell’intestino umano. Muffe e lieviti in eccesso nell’intestino umano ritengo siano causa di lieve infiammazione cronica e alterazione delle capacità digestive/assimilative dell’intestino stesso con ripercussioni sullo stato di salute della pelle e delle altre mucose dell’organismo, in particolare respiratorie e genitali.
Per concludere, in modo sintetico, la scelta ideale sarebbe latte fresco e formaggi di provenienza da malghe di montagna (dove gli animali pascolano all’aperto e si nutrono di ciò che offre la natura) o da allevamenti biologici controllati. Sono convinto che in questo modo si ridurrebbero molti problemi relativi alla questione latte vaccino e derivati per la salute umana. Nelle situazioni in cui ancora non si risolvessero i disturbi clinici, strategie alimentari sostitutive saranno prese in considerazione in modo specifico nei singoli casi.
Alcuni link per approfondire:
Antibiotici nella filiera del latte
Alternative agli antibiotici negli allevamenti
Antibiotici nel latte
Passaggio dei farmaci nel latte
Industria lattiero casearia
Cocktail di sostanze chimiche nel latte